Patagonia Capodanno 2019
Il racconto di Ilaria
Un’esperienza unica, quanti ricordi meravigliosi ti rimangono da questo viaggio agli estremi del mondo!
Arrivi a Buenos Aires, temperature tropicali, una metropoli latina con tanti amori in comune con noi italiani che in tantissimi siamo sbarcati nel secolo scorso: il calcio, Maradona, il papa, la buona cucina. La gente, accogliente e fiera, racconta del loro recente passato, dai desaparecidos alla crisi economica.
Pian piano scendi verso gli estremi del mondo: prima tappa la penisola di Valdes: una vera e propria riserva faunistica: buffi pinguini a perdita d’occhio, goffi leoni marini e se hai la fortuna le orche che si avvicinano alla spiaggia affamate.
Poi con un salto di 3 ore di volo circa cambiamo completamente scenario: siamo sulle Ande, Parco de Los Glacieres. Qui ci accolgono le cime più famose che hanno fatto la storia dell’alpinismo: Cerro Torre, Fitz Roy e per ultimo il principe dei ghiacciai, el senor Perito Moreno con i suoi blocchi di ghiaccio che si tuffano nel lago Argentino, un vero spettacolo! Alla sera lo spettacolo è l’Asado che arrostisce davanti a noi nell’attesa della cena.
Il vento patagonico ci accompagna lungo la steppa sempre più brulla in direzione sud. All’orizzonte il nulla, infiniti latifondi di Estancias e qualche gregge di guanaco qua e là. Ecco lo stretto di Magellano, mezzora di traghetto e siamo in Tierra del Fuego, direzione Fin del Mundo! Ushuaia, in origine un penitenziario dal quale nessuno cercava di evadere, e non fai fatica a crederlo vista la posizione e le temperature. Qui imperdibile è la navigazione nel canale di Beagle per un altro full immersion di fauna locale. Sugli scogli ghiacciati incontriamo otarie, pinguini, leoni marini, cormorani. Concludiamo con una memorabile cena a base di centolla e altre prelibatezze marine prima di affrontare il lungo viaggio verso il nostro emisfero.







